Castello di Mucciafora

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Localita: Castello di Mucciafora


Mucciafora,è la più impervia frazione del Comune di Poggiodomo, è situata a 1070  metri s.l.m., è il borgo a quota più elevata tra quelli sui monti della Valnerina.

Riconosciuta già nel XIII secolo come un castello appartenente al Comune di Cascia, la sua posizione arroccata nei pressi dei confini Spoletini le conferì un ruolo chiave durante le lotte tra guelfi e ghibellini,caratterizzandone una storia molto burrascosa.

Nella seconda metà del ‘400 divenne rifugio dei ghibellini banditi dal Comune di Cascia, tanto che nel 1489 sobillata da Bernardino Amici insorse contro la Sede Apostolica, scatenando una violentissima reazione di Spoleto,retta dal Legato Pontificio.

L’intervento degli Spoletini  fu di monito per tutti i ribelli e i ghibellini della zona, il castello di Mucciafora venne distrutto nell’agosto 1489,provocando la resa di tutti gli insorti nei territori circostanti, e nel gennaio 1490, allorchè i Mucciaforini tentarono di ricostruirne le mura .

Nel 1507 i Mucciaforini presentarono istanza al Consiglio Generale in Cascia per ottenere l’assoluzione dei moti del passato, impegnandosi in compenso ai restauri del castello, ma nel 1514 un esercito di 500 armati partì da Mucciafora per aiutare i ghibellini insorti e assediati nella rocca di Cascia, questo comportò l’ennesima reazione degli  Spoletini che nel 1515 ne distrussero per la terza volta il castello, decretandone la fine delle attività belliche.

Nel 1809 sotto il Dominio Napoleonico venne smembrata da Cascia insieme a Usigni, Roccatamburo e Poggiodomo, per costituire il nuovo comune di Poggiodomo, che venne poi riconfermato nella Restaurazione.

La grande storia ha ignorato Mucciafora fino al 1943, quando la presenza di un nutrito gruppo di partigiani scatenò la reazione nazifascista.

Le stessa posizione  arroccata e impervia ,che l’aveva fatta divenire un nascondiglio sicuro per i banditi nel medioevo, fece sì che un gruppo di partigiani slavi ,fuoriusciti nell’ottobre 1943 dal carcere di Spoleto,la scelse come rifugio.

Il 4 novembre 1943 i partigiani fecero ingresso in paese capitanati dal Montenegrino Svetozar Lakovic,detto Toso e dall’italiano Sorbi, nei giorni a seguire vennero raggiunti da altri evasi e sfollati, tra cui lo spoletino Francesco Spitella.

All’alba del 30 Novembre 1943 tre colonne nazifasciste assalirono Mucciafora, il paese venne messo a ferro e fuoco, dopo aver dato battaglia i partigiani riuscirono a fuggire sul Coscerno, mentre gli assalitori si accanirono contro i civili,uccidendone 6 con delle spietate esecuzioni.

Morirono anche un numero non precisato di partigiani, di cui 3 catturati e fucilati il giorno successivo al cimitero di Monteleone di Spoleto.

A seguito nelle numerose distruzioni subite oggi Mucciafora ha perso le mura e le opere difensive che la distinguevano come castello, ma mantiene un impianto urbano caratterizzato da una strada di spina che si svolge ripidamente a gradinate, intersecata da strade trasversali curve.

 

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