Castello di Roccatamburo
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Localita: Castello di Roccatamburo
Frazione del comune di Poggiodomo, sede di comunanza agraria sorge su uno sperone che rapidamente degrada su tre lati, arroccata e compatta intorno alla chiesa parrocchiale. Nel secolo XIII, durante l’espansione comunale di Cascia, le abitazioni entro le mura furono abbandonate. Fu dunque costruito un nuovo castello sul pendio di fronte al Tissino, detto Roccha Tamboris (a voler continuare l’antica curtis longobarda del Castaldato Pontano). Avamposto del territorio casciano e roccaforte ghibellina agli estremi confini col territorio della guelfa Spoleto, Roccatamburo fu preda degli spoletini nel 1528, tornando poi sotto la signoria di Cascia. Il Vescovo Lascaris nel 1712 lo descrive come circondato da mura e da torri, molto popolato, con tre Chiese nel suo territorio.
La tipologia urbanistica è quella del castello di pendio, eretto a dominio della Valle del Tissino, perfettamente allineata con i centri di Usigni, Poggiodomo e Rocchetta, lungo l’itinerario, che provenendo dalla Sabina e da Monteleone di Spoleto, raggiungeva il nodo stradale di Cerreto di Spoleto. La strada di accesso da monte conduce in lieve discesa verso il centro arroccato, compatto attorno alla Chiesa di San Nicola. Oggi una porta ogivale, alta circa m. 5, che doveva essere un ingresso al castello, risulta tamponata e pressoché dimezzata da una nuova costruzione. In posizione più arretrata rispetto al nucleo centrale, il tessuto edilizio si dirada. Due sentieri in ripidissimo pendio scendono verso il fondovalle, raggiungendo l’Eremo della Madonna della Stella. Due celle monastiche sorgevano al tempo dei Longobardi nella Valle del Tissino (che tra il Monte Maggio e il Monte Coscerno da Usigni scende verso il fiume Nera): una in Val di Noce, l’altra dove sorse la pieve di Santa Maria Annunziata.